La storia del Teatro Fuori Squadro

Due anni di intenso lavoro ci hanno insegnato che cos’è uno spazio valido e cosa non lo è. Un giorno dissi a Valentino: << C’è uno spazio che è bellissimo, lo ricordo da piccolo perché ci giocavo con i miei cugini, allora era abbandonato e quindi completamente aperto, perché non lo andiamo a vedere così lo prendiamo in fitto per la nostra associazione?>>, Valentino acconsentì al mio sogno, anzi al nostro sogno.

Ci mettiamo subito in contatto con i proprietari dai quali riceviamo l’assenso a visitare l’immobile per un eventuale fitto. Ricordo ancora il 10 ottobre del 2007 quando aperta la porta, l’ex cinema Alba si presentava a noi con un abbigliamento alquanto stravagante:il teatro era là, rovinato, tappezzato da buchi, polveroso, pieno di materiale di risulta, macchiato dalla pioggia, soffitti semi cadenti,ma nonostante tutto bellissimo nel suo aspetto, imponente  e voglioso di essere rimesso a posto.

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Decidemmo subito due cose: di lasciare il teatro proprio com’era, senza togliere nessuna delle tracce lasciate da 80 anni d’esistenza e di farlo rinascere a nuova vita. Questo è solo vero in parte, in quanto, sulla base di testimonianze raccolte da persone che hanno un nostalgico ricordo, proprio qui accanto al palcoscenico c’erano quattro palchetti,due per ogni lato,  questo noi non l’abbiamo trovato, peccato! Sarebbe stato bellissimo, conservare anche le risate, le commozioni, le emozioni di tante persone che hanno anche solo per un’ora concesso un pezzo della loro vita a quei palchetti. Ci guardammo con Valentino, timorosi e un po’ scoraggiati per tutto il lavoro che bisognava affrontare, eravamo ben consapevoli che chiedere dei finanziamenti, e  anche se concessi ci sarebbe comunque voluto del tempo, non l’abbiamo fatto perchè la nostra voglia di incominciare era troppo forte, una forza che ci travolgeva e per questo ci siamo subito rimboccato le maniche e il 15 ottobre del 2007 ci siamo messi a lavoro. E Ci siamo improvvisati manuali e muratori.

 

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Dietro questo nostro sogno, c’è un progetto ambizioso, forse anche troppo difficile da mettere in pratica, ma la voglia è sempre costante e la forza ci permette di essere qui, questa sera a dare la nostra stessa vita per amore del teatro e della gente. Abbiamo deciso una nostra strategia: il teatro deve rimanere semplice, aperto, accogliente. Non vi sono posti numerati, lo stesso prezzo per ogni ordine di posti e il più basso possibile. Desideriamo che sia accessibile alla gente proveniente dalle periferie più lontane e che il costo non scoraggi famiglie di tre o quattro persone; abbiamo deciso noi di scegliere quando chiudere il teatro o quando dare spettacoli gratuiti per esempio a Natale o a Pasqua. Infatti, il nuovo teatro, oggi da noi ribattezzato "Fuori Squadro" con il nome di una battuta venuta fuori per caso mentre si lavorava, poichè l’intera struttura è girata, insomma è irregolare, deve essere il teatro di tutti, ma soprattutto il posto dove i bambini possono intraprendere un cammino verso l’arte del teatro. Al più presto , infatti, questo sarà il luogo di una scuola di teatro, da me diretta, e insieme con Valentino e tutti quelli che fanno parte dell’associazione culturale U Catojiu, ci prodigheremo affinché ciò avvenga perché crediamo fermamente che la generazione dei bambini è la linfa vitale di tutta la società. Questo, sarà insomma, torno a ripeterlo, un punto di incontro di tutti e per tutti a un prezzo sociale affinché tutti abbiano la possibilità di fruire  di una piccola ma buona dose di cultura.

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Ebbene Caulonia, come sempre, è stata la prima cittadina ad avere il primo cinema nel comprensorio jonico, e questo ci fa onore! Non ci restano che confuse testimonianze, nulla di preciso, toccherebbe fare una ricerca accurata, potrebbe essere oggetto di studio, ma sembra che intorno agli anni 30, sia stato aperto da Francesco Albanese, proprietario, e Domenico Cannizzaro, non solo come sala cinematografica ma anche teatrale. Dalle notizie verbali assunte le gestioni si così susseguite: Anni 30 Francecso Albanese e Domenico Cannizzaro, anni 40/50 i fratelli Basile anni 56/58 Giuseppe Hyerace, anni 59/60 Domenico Cannizzaro e Emilio Tucci, poi Ilario Finis  fino alla chiusura che è avvenuta intorno agli anni 67. E’ doveroso ricordare gli operatori: Francesco Cannizzaro, Francesco Violante, Francesco Carnì, Francesco Amato, Nicola Campisi, Ilario Miriello, Giuseppe Quattroni, Giuseppe Gentile. Per un periodo ha trovato sede in questo stabile il collettivo.

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Francesco D'Aquino


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